IL CINQUECENTO - I GIARDINI MANIERISTICI
"ALL'ITALIANA"
Nella seconda metà del Cinquecento il giardino italiano
raggiunge la massima raffinatezza di composizione e
significato: è l'epoca del cosiddetto Manierismo. Nella storia
delle arti ad un'epoca che codifica una cultura nuova e
originale quasi sempre ne segue un'altra che porta all'estremo
le possibili combinazioni e varianti.
Nel 1527 i Lanzichenecchi agli ordini di Carlo V si riversano su
Roma devastandone e saccheggiandone il territorio e le
ricchezze. E' una prova molto dura, il cui significato va al di là
del risultato politico e militare, e fa vacillare la fiducia nel
rapporto tra ordine celeste e armonia terrena. Ne segue una
corrente di forte inquietudine intellettuale e culturale che
attraversa la penisola italiana ed ha conseguenze e si
manifesta in tutte le forme artistiche.
I giardini ora non sono più una pura espressione di perfezione
e di armonia cosmica, ma diventano allegorie del potere.
Dimensioni più ampie, decorazione ricca di elementi
fantastici, messaggio allegorico sempre più complesso ed
elaborato sono le caratteristiche principali di questi nuovi
raffinatissimi giardini, di cui si possono riconoscere tre
modelli emblematici: la Villa del cardinale d'Este a Tivoli, la
Villa Lante a Bagnaia e il Sacro Bosco di Bomarzo.