NATURA E ARTIFICIO
by Fiorella Rabellino
piccoli saggi sulla storia dei GIARDINI
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IL SEICENTO - IL GIARDINO BAROCCO "ALLA FRANCESE"

Lo stile del giardino italiano del Cinquecento si diffonde in tutta Europa, e trova in Francia, alla metà del secolo successivo, la rielaborazione più originale che porterà ad una rivoluzione nella concezione dei giardini formali e alla nascita del giardino cosiddetto "alla francese".
Dal punto di vista formale la maggiore innovazione sono i 'parterres en broderie': le rigide squadrature geometriche del giardino allitaliana si trasformano in elaborati intrecci, veri e propri ricami ottenuti tramite la potatura delle siepi. Questo nuovo modo di disegnare le aiuole viene codificato dai Mollet  (1651) e da Boyceau de la Baraudière (1638) che nei loro trattati esemplificano decine e decine di diversi motivi ornamentali e floreali che possono essere usati per il disegno delle aiuole.

Il Seicento è il secolo dell'assolutismo monarchico. La Francia del Re Sole si impone come capitale della cultura e dell'arte. Il giardino e il parco diventano i luoghi per eccellenza della rappresentazione scenografica e dellintrattenimento teatrale, dimostrazione di un potere che dal dominio sui popoli si estende a quello sulla natura stessa.
Nella concezione spaziale barocca il giardino è in relazione con il contesto ambientale, ingloba il paesaggio come veduta prospettica, che dilata i punti di fuga e le dimensioni reali.
Del paesaggio vengono evidenziate le caratteristiche più scenografiche, dislivelli, boschi e colline, ed è la disponibilità di grandi spazi territoriali, di solito di proprietà della Corona, a permettere questo tipo di realizzazioni.
Le strutture architettoniche all'interno del giardino, prima in legno o in muratura, diventano vive con luso delle piante potate: le  'palissades' sono come alti muri che nascondono i 'cabinets de verdure', vere e proprie sale verdi; le superfici d'acqua si ampliano e creano effetti di riflessi che dilatano il verde e l'architettura. Il giardino è una compiuta architettura verde, le cui dimensioni vengono esaltate e modificate con un raffinato uso delle leggi della prospettiva.

In quest'epoca l'arte si misura con le nuove conoscenze scientifiche che indagano sulla forma del mondo e l'idea di Cosmo, e si esprime con realizzazioni che superano la dimensione tradizionale. Nel 1610 Galileo punta il telescopio verso il cielo e rende note delle verità sconvolgenti sulle stelle e delle ipotesi sulla loro distanza.  Il sistema di ruoli dell'uomo e di Dio nell'universo cambia.
Contemporaneamente, l'evoluzione della scienza ottica spiega le leggi della visione dell'occhio, potenziata dall'invenzione delle lenti e degli specchi (si costruiscono il canocchiale e i primi telescopi). Queste nuove conoscenze non circolano più solo tra intellettuali e scienziati, ma coinvolgono e interessano tutti. Il potere si allea alla scienza per trovarvi conferme e fondamenti.

Uno dei primi riflessi si trova nell'urbanistica: la realizzazione di strade come canocchiali prospettici per lunghe vedute rettilinee, segnate da punti visivi come obelischi, fontane, fondali scenografici. E' l'idea dell'infinito, della sua "cattura" che affascina artisti e progettisti, e che nel giardino trova realizzazione concreta nel punto di fuga dei grandi viali rettilinei.
Se nel giardino rinascimentale il punto di fuga è dentro il giardino, nascosto in esso, nel giardino barocco esce e si protende verso l'infinito, coinvolgendo tutto il territorio.