NATURA E ARTIFICIO
by Fiorella Rabellino
piccoli saggi sulla storia dei
GIARDINI
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GIARDINI
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La villa realizzata a Tivoli per il cardinale Ippolito dEste, figlio di Lucrezia Borgia e Alfonso I duca di Ferrara, è opera dell'ingegno dell'architetto e archeologo Pirro Ligorio, disegnatore, erudito, studioso dell'antichità e delle opere classiche. Ciò che risulta dal connubio tra un committente di grande cultura, che si è formato alla corte del Re di Francia e ha sfiorato il soglio pontificio, e un artista attento alla rispondenza di ogni minimo dettaglio all'interno di un complesso disegno di simboli e metafore, è un'opera architettonica e artistica di senso compiuto che esprime al massimo livello il concetto del simbolo allegorico. Il linguaggio simbolico qui è un reticolo complesso di significati su diversi piani di lettura che si combinano nella simmetria del giardino e nei suoi molteplici percorsi. La costruzione formale è giocata su una struttura a terrazze che sfrutta l'andamento digradante del terreno e su una simmetria retta da un asse principale e da diversi assi trasversali che moltiplicano i percorsi e le prospettive. Gli elementi simbolici, che esaltano la casa d'Este e fanno riferimento alla figura e alle vicende pubbliche del cardinale Ippolito, sono disposti secondo uno schema bipolare che mette in contrapposizione la Roma capitale dello stato pontificio - che ha in certo modo "rifiutato" Ippolito - e la città di Tivoli - di cui il cardinale diventa governatore dopo essere stato escluso dal seggio papale - che diventa allegoricamente la sede eccelsa delle arti e della bellezza, in una rinnovata creazione di un Giardino delle Esperidi. L'acqua è l'elemento di continuità che oppone e insieme mette in relazione i poli opposti. Il primo degli assi trasversali è quello "geografico": da una parte sta Tivoli, rappresentata dalla fontana dell'Ovato che ripropone le vicine cascate dell'Aniene, al suo opposto si ergono le rovine della Rometta. Le unisce il viale delle Cento Cannelle, animato da simboli araldici (aquile e gigli) su tre livelli differenti che richiamano i tre fiumi del Lazio. L'asse mitologico ripropone il mito di Ippolito e della castità - si tratta pur sempre della residenza di un cardinale - e della Virtù che vince il Vizio nei percorsi contrapposti che portano alle grotte di Venere e Diana. E ancora la mitologia e il mito di Ercole e del giardino delle Esperidi domina l'intero complesso nel punto baricentrico di intersezione degli assi, dove la fontana del Dragone ci ricorda come l'eroe riuscì a rubare i Pomi d'Oro dal giardino incantato protetto dal feroce drago. Al contrario, i preziosi Pomi sono ora al sicuro, come ci ricordano gli affreschi all'interno della Villa, custoditi dall'Aquila estense.
Villa d'Este, Incisione di Etienne Duperac, 1573
La fontana dell'Ovato
La fontana dell'Ovato
La prospettiva dell'asse centrale
Villa d'Este
Fontana della Civetta
Fontana della Rometta
Dettaglio di fontana
Fontana dell'Organo
Fontana dell'Organo, dettaglio
Fonte delle Cento Cannelle
Fonte della Mater Matuta
Vista da villa d'Este sulla valle di Tivoli e il tempio
VILLA D'ESTE, TIVOLI
Lazio, 1560-1575
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